31 Marzo 2020

Fotografare il settore dei dispositivi medici: l’importanza dei dati
Il periodo straordinario di emergenza sanitaria che stiamo attraversando per il Covid-19 ha reso ancora più importante poter contare su dati solidi e rappresentativi del settore dei dispositivi medici perché è sulla base dei dati che si costruiscono le strategie per il futuro. E l’associazione industriale di riferimento, Confindustria Dispositivi Medici, in questo delicato momento, con il suo osservatorio privilegiato sta facendo da collettore di informazioni con le imprese per il Ministero della salute, la Protezione civile e le regioni.
Come si svolge l’indagine
Il patrimonio di dati è stato costruito grazie all’indagine annuale, giunta all’8ª edizione, a cui è possibile partecipare fino al 31 maggio. Tutte le aziende delle tecnologie per il benessere e la salute, sia associate sia non associate, potranno rispondere online a diciannove semplici domande per scattare una fotografia del comparto industriale dei dispositivi medici.
La survey ha al centro gli investimenti delle imprese, ed è declinata secondo tre principali temi:
- ricerca e innovazione in Italia,
- sviluppo nei mercati esteri
- responsabilità sociale.
L’obiettivo è una raccolta accurata di dati per fare il punto sullo stato dell’arte e soprattutto i trend di uno dei settori più innovativi e complessi, protagonista della medicina del futuro. Fin d’ora, comunque, possono confermarsi alcune criticità emerse drammaticamente con l’emergenza del Coronavirus.
Fra queste, soprattutto nei settori dei dispositivi medici a più basso valore aggiunto, si è rilevata una progressiva delocalizzazione delle produzioni rispetto al nostro Paese. Questo tema, che non è solo di carattere industriale, ma principalmente politico, verrà approfondito nell’indagine annuale.
Quali sono le imprese mappate
Oltre 4.000 le imprese in Italia fra piccole e medie, multinazionali e start-up a cui l’indagine sul comparto dei dispositivi medici si rivolge per esplorare le potenzialità di un settore sempre più centrale nell’economia del Paese. A differenza di altri comparti industriali, quello dei dispositivi medici è molto variegato e le tradizionali classificazioni degli Istituti di statistica nazionali non riescono a fotografare puntualmente questo settore.
Vi sono industrie di dispositivi medici che rientrano nella meccanica, ve ne sono altre che rientrano nell’elettronica, altre ancora nel chimico (come le plastiche). Ma non tutte le industrie della meccanica sono industrie di dispositivi medici. E un focus particolare è dedicato alle start-up. È noto che nel comparto delle life science, è presente un gran numero di start-up, di cui molte nate come spin-off universitari. Un mondo fortemente dinamico, che non solo consente di offrire grandi opportunità, ma svolge una funzione altamente positiva nell’indirizzare scelte di investimento e di sviluppo.
L’attenzione ai prodotti
Un ulteriore sforzo che è stato realizzato riguarda tipologie di prodotti che con l’effettività dei nuovi regolamenti europei sui medical device diventeranno essi stessi dispositivi, come ad esempio, prodotti per la sterilizzazione delle camere operatorie; prodotti per la medicina estetica; e altro ancora.
E la richiesta formulata dalla Commissione di posticipare di 1 anno l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti, rappresenta l’occasione per consolidare la conoscenza di questi nuovi settori merceologici. La varietà dei prodotti e dei servizi offerti impone quindi un’analisi attenta e aperta a molte fonti per tracciare non solo lo stato dell’arte ma anche per comprendere e anticipare i trend del futuro.
Il Rapporto PRI e le analisi sul mercato
I dati raccolti saranno utilizzati dal Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici per un’analisi aggregata che costituisce il nucleo del Rapporto annuale su Produzione, Ricerca e Innovazione (PRI), di fondamentale importanza per capire la portata del mercato dei device e il suo impatto sull’economia reale del nostro Paese.
E sarà uno strumento capitale per effettuare delle elaborazioni puntuali sulla risposta economica e industriale del settore anche rispetto all’emergenza sanitaria del Coronavirus. Verranno forniti degli indicatori unici a iniziare dallo stato degli investimenti in ricerca e innovazione in Italia, che secondo l’ultima rilevazione si attesta a 1,17 miliardi, impiegando il 12% dei 76.400 occupati del settore. Il trend di questi indicatori aiuta a trarre delle considerazioni di politica industriale, come quella relativa alla contrazione degli investimenti in R&S.
Contemporaneamente si assiste uno spostamento verso altri Paesi degli investimenti di imprese effettuati in Italia. Questo si spiega che malgrado i tassi d’interesse bassi, le incertezze prodotte dalla questione payback costringono le imprese a calibrare i propri investimenti nazionali. Analisi che potranno aiutare i decisori a una riflessione sulle strategie sanitarie e industriali da mettere in campo post emergenza e le aziende a formulare i loro piani di sviluppo.
Lorenzo Terranova
Direttore Centro studi Confindustria Dispositivi Medici