27 Luglio 2021

Con la pandemia il Pil italiano nel 2020 ha subito la contrazione maggiore dal 2002 ad oggi, perdendo l’8,9% rispetto al 2019, dati che non saranno recuperati prima del 2023
Il 2020 è stato uno degli anni più nefasti per l’Italia, colpita duramente dal punto di vista economico, sociale e sanitario e il 2021 non è partito al meglio.
Il Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici approfondisce gli indicatori della crisi come investimenti, importazioni ed esportazioni, produzione industriale, occupazione e spesa sanitaria, su “Focus. Economia, finanza e politica”, pubblicazione trimestrale aggiornata a maggio 2021. Attraverso il monitoraggio dei dati e le proiezioni elaborate dai maggiori attori internazionali, fornisce alle imprese associate uno strumento di valutazione per orientarsi nel delicato contesto economico, finanziario e politico in cui ci troviamo.
I governi per poter contrastare gli effetti negativi della pandemia hanno adottato una serie di decreti con l’obbiettivo di potenziare i sistemi sanitari, proteggere la salute delle persone, preservare il tessuto industriale, garantire una giusta ripartenza e proteggere i redditi delle famiglie.
Purtroppo, pur impegnando un ingente quantitativo di soldi, con un forte indebitamento pubblico, non si è impedito l’aumento delle persone in povertà assoluta. Sono arrivate a 1 milione, raddoppiando rispetto al 2019. L’incremento maggiore è avvenuto a Nord anche se il Sud rimane l’area con la povertà assoluta maggiore.
In totale sono stati stanziati 108,2 miliardi di euro per il 2020 e 62,9 miliardi per il 2021. Di questi sono stati destinati alle imprese 52,4 miliardi nel 2020 e 17,0 miliardi nel 2021. Tra le misure più significative troviamo la sospensione dei termini degli adempimenti fiscali, la cancellazione del saldo IRAP 2019 e i contributi a fondo perduto.
Pur mostrando un tessuto industriale in miglioramento rispetto alla crisi finanziaria degli anni 2008/2009 e di quella dei debiti sovrano del 2011/2012, il Prodotto interno lordo italiano è stato il più basso degli ultimi 20 anni e si dovrà aspettare la fine del 2023 per superare i livelli del 2019, sempre che la campagna vaccinale continui ad un ritmo sostenuto e che le risorse derivati dal PNRR generino un proficuo effetto moltiplicatore.
E se dovremmo aspettare fino al 2023 per il Pil, per vedere una discesa più consistente del rapporto Debito pubblico Pil si dovrà aspettare il 2024, anche se, solo verso il 2030 tornerà intorno ai livelli del 2019.
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