19 Aprile 2022

Mirabella e la Divulgazione Scientifica Responsabile

Il prossimo 12 maggio alle ore 17.00 in diretta streaming sul sito del Premio giornalistico “Umberto Rosa” conosceremo i vincitori della terza edizione. Organizzato da Confindustria Dispositivi Medici con l’obiettivo di sostenere e promuovere il giornalismo italiano nel campo della scienza e della salute, della sanità e dell’innovazione in medicina, quest’anno è stato patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti. 

A giudicare articoli, lanci di agenzie, servizi tv e radio di questa terza edizione è stata una giuria d’eccezione presieduta dal Professor Michele Mirabella, che abbiamo intervistato per fare un punto su divulgazione medico-scientifica e disinformazione a due anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19

Qual è lo “stato dell’arte” della divulgazione medico-scientifica in Italia?

Il mestiere è molto cambiato negli anni, aggiungendo complessità a complessità. L’arrivo del web e dei social hanno rivoluzionato il modo di fare giornalismo e, in particolare, la comunicazione scientifica, che più di altri ambiti richiede rigore, conoscenza e attenzione alle fonti.  

Il medium non deve sostituirsi al messaggio nella forza di impatto con la destinazione altrimenti si corre il rischio che Paul Virilio chiama “accecamento”: il destinatario, trasforma la meraviglia in sgomento e la verità rischia di essere debilitata dalla potenza multilinguistica e perentoria dei media che dovrebbero servirla.  

Nel presente, infatti, complice anche la pandemia, abbiamo assistito a un crescente interesse per i temi medico-scientifici da parte della popolazione, con un inevitabile aumento di prodotti editoriali, televisivi e non, dedicati a questi argomenti. Non si deve, dunque, optare per una dilatazione semiotica della forza di attrazione del medium a scapito della rude e, talora, povera verità del messaggio.

Più spazio di confronto, quindi, che rappresenta di per sé un bene, ma non vanno sottaciuti però i rischi e in qualche caso i veri danni che questa dinamica ha portato con sé: improvvisazione e disinformazione (intenzionale o meno) hanno infatti trovato spesso asilo su giornali e in televisione a danno del buon giornalismo e della corretta informazione dei cittadini.  

Se però mi si chiede un bilancio complessivo, non può che essere positivo: lo sforzo di raccontare i sempre più complessi temi della medicina che travalicano pandemia e momento contingente sono sotto gli occhi di tutti.

Gli elementi che complicano la vita di chi fa questo mestiere sono senza dubbio la tecnologia, che entra prepotentemente sempre più sui temi medico-scientifici, le specializzazioni sempre più di nicchia, e le esigenze di accordare semplicità e chiarezza con precisione e pertinenza. Ma è questo a rendere il lavoro della divulgazione scientifica tanto affascinante. 

Quali sono i problemi e le opportunità per i giovani che si affacciano alla professione del giornalista in ambito scientifico?

Le fonti: la scelta, la valutazione, la gestione delle fonti è certamente una delle più grandi sfide che investono i giovani giornalisti e divulgatori. Attendibilità e autorevolezza delle fonti sono sempre più merce rara e dunque il lavoro si fa arduo.

Nel panorama mediatico attuale, con il prepotente ingresso del web, non solo come approdo delle notizie, ma come arena di discussione e fonte a cui attingere, chi si avvia al duro mestiere del giornalismo scientifico sa di dover fare uno sforzo di chiarezza e analisi enorme (se, beninteso, il suo scopo è fare buona informazione).

Ma d’altro canto proprio le fonti, la cui abbondanza e facilità di accesso crescono enormemente grazie al web, rappresentano una grande opportunità per i giovani per arrivare a storie, notizie, spunti che senza internet rischierebbero di rimanere nascosti all’opinione pubblica. Insomma le fonti, come canta Alfredo (ne La Traviata, ndr) sono “croce e delizia al cor“ di chi si occupa di informazione scientifica.

E proprio per gettare una luce su questi temi, sull’importanza delle fonti nella costruzione di informazione e disinformazione sul web, che quest’anno la meritoria iniziativa del premio giornalistico “Umberto Rosa” voluto da Confindustria dispositivi medici si arricchisce di una indagine che sarà presentata nel corso della cerimonia di premiazione che mi onoro di condurre in qualità di presidente della giuria. Ne è emerso un quadro illuminante, che non anticipo, ma che sono certo costituirà una ottima base di dibattito e confronto in quell’occasione. 

Qual è il ruolo delle istituzioni medico scientifiche nel combattere la disinformazione?

Le istituzioni, il mondo accademico e scientifico, finanche le imprese che operano nel settore della salute debbono fare uno sforzo di chiarezza e trasparenza. La disinformazione si alimenta nell’ambiguità e nell’incertezza, producendo nella opinione pubblica una visione distorta della realtà. Siamo tutti chiamati allo scopo di rendere l’informazione scientifica chiara, corretta, etica, trasparente e in definitiva utile al cittadino. Essere consapevoli di tale ruolo, a tutti i livelli, è il primo passo. 

Professor Michele Mirabella

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