Parco installato

Lo stato di obsolescenza delle apparecchiature diagnostiche per immagini nelle strutture sanitarie italiane, sia pubbliche che private, è uno degli indicatori analizzati da Confindustria Dispositivi Medici nei suoi Osservatori

A fotografare lo stato di vetustà del parco tecnologie di diagnostica per immagini in uso presso le strutture sanitarie italiane pubbliche e private sono i dati presentati dall’Osservatorio parco installato (Opi) di Confindustria Dispositivi Medici relativi al 2021.

L’ultima indagine si concentra sulle tecnologie diagnostiche per immagini e, in particolare, sulle apparecchiature mammografiche, le apparecchiature di risonanza magnetica nucleare (RMN), le PET e quelle di tomografia assiale computerizzata (TC), documentandone l’età media e stabilendone il periodo di adeguatezza.

Sono quasi 37.000 le apparecchiature di diagnostica per immagini presenti in Italia non più in linea con l’attuale livello di innovazione. Tra quelle più vecchie di 10 anni il 92% dei mammografi convenzionali, il 96% delle Tac (meno di 16 slice), il 91% dei sistemi radiografici fissi convenzionali, l’80,8% delle unità mobili radiografiche convenzionali, il 30,5% delle risonanze magnetiche chiuse (1-1,5 tesla).

Per ogni tipologia tecnologica sono stati specificati: l’età del parco installato, la classificazione per fasce d’età, oltre ad approfondimenti di raffronto tra lo stato dell’arte della tecnologia esistente e le caratteristiche del parco installato. La pubblicazione nella sua interezza è accessibile solo dalle imprese associate sul portale riservato MyCDM nella sezione Osservatori.

Sei un associato?

Obsolescenza del parco installato

Nel corso degli anni, il parco istallato ha certamente risentito di una serie di fattori come:

  • la limitatezza degli investimenti e dei finanziamenti dedicati alla sanità;
  • l’assenza di innovazione nell’ambito delle generali politiche pubbliche di acquisto;
  • il permanere di livelli e logiche di rimborso delle prestazioni, sia ospedaliere sia specialistiche, non incentivanti l’ammodernamento tecnologico.

Questi fattori hanno contribuito al far sì che ci sia stato un peggioramento del quadro di significativa vetustà delle apparecchiature di diagnostica per immagini nel nostro Paese. Una fotografica che, nei prossimi anni, potrà rappresentare un utile riferimento rispetto a cui valutare gli effetti degli investimenti del PNRR connessi all’acquisizione di apparecchiature specifiche e alla riforma dell’offerta sanitaria.

Età media del parco istallato

Il parco tecnologico italiano è in una situazione che non permette di offrire, da parte del già provato sistema sanitario, servizi di diagnostica e prevenzione troppo adeguati ai cittadini. I dati restituiscono infatti una fotografia ancora preoccupante: con, ad esempio, un’età media dei mammografi di tipo convenzionale pari a 16,9 anni e delle TC con meno di 16 slices di 16,3 anni di fronte a un periodo di medio di aggiornamento della tecnologia rispettivamente di 6 e 7 anni.

Rispetto ai dati del 2019 per entrambe le apparecchiature diagnostiche è aumentata l’età media.

Aggiornamento tecnologico

Grande rilevanza in quest’analisi riveste il concetto di “aggiornamento tecnologico”, in quanto inevitabilmente legato al fattore tempo, sia in termini di anzianità che di innovazione. Definiamo “periodo medio di aggiornamento della tecnologia esistente”, quello nel quale mediamente vengono introdotti aggiornamenti o nuove soluzioni sul mercato da parte delle aziende che producono dispositivi medici. A questo corrisponde quel periodo in cui, mediamente, diventano disponibili sul mercato nuove apparecchiature prima non disponibili, piuttosto che aggiornamenti di esistenti o che introducono elementi di innovazione.

Il 95% dei mammografi è oltre il periodo di aggiornamento, così come il 54% delle risonanze magnetiche nucleari.

Tecnologie all’avanguardia consentirebbero non solo una migliore capacità diagnostica, ma anche una maggiore velocità di refertazione, che potrebbe rivelarsi fondamentale una volta che i cittadini saranno meno impauriti e riprenderanno a fare prevenzione e a curarsi senza timore di contagiarsi.

Differenze territoriali

A partire dalla localizzazione geografica delle apparecchiature rilevate dall’indagine abbiamo evidenziato nell’infografica al lato la ripartizione di alcune delle apparecchiature del parco installato, per aggregazioni in macroaree geografiche.

In particolare, nel Nord troviamo: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna; nel Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio; nel Sud e isole: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

Scarica l'infografica e le schede sui dati OPI 2021

Skip to content