Ogni anno Confindustria Dispositivi Medici con il Rapporto PRI – Produzione, Ricerca e Innovazione fotografa le imprese e l’andamento del settore dei dispositivi medici e diagnostici in vitro. Dal 2022 abbiamo deciso di pubblicare, ogni anno, tre approfondimenti economici e sociali che possono restituire un’analisi puntuale degli scenari più attuali che le imprese del nostro settore sono chiamate ad affrontare.
Il Rapporto PRI – Produzione, Ricerca e Innovazione contiene un insieme di analisi eterogenee effettuate dal Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici, che ogni anno raccoglie ed elabora un set di dati utili a fotografare le principali tendenze del comparto e a fornire gli strumenti per esaminare i fenomeni emergenti. Il PRI 2023 è alla base delle 12 infografiche che racchiudono i principali indicatori di mercato.
Dal 2022 Confindustria Dispositivi Medici rende disponibili ulteriori analisi economiche e sociali. L’approfondimento pubblico che rendiamo disponibile a tutti è su tre temi che hanno caratterizzato la recente dinamica del settore. Gli associati possono inoltre usufruire anche di materiali aggiuntivi di analisi sulla piattaforma riservata MyCDM. Tra questi, un “Folder” che raggruppa le elaborazioni necessarie ad analizzare l’andamento del nostro settore negli ultimi anni, con delle serie storiche sui principali indicatori, insieme a un focus specifico per ciascun comparto. E lo strumento delle slide deck con le infografiche delle ultime due edizioni del PRI. Entrambi i documenti sono sia in italiano sia in inglese.
Sei un’associato? Accedi a MyCDM alla pagina “Pubblicazioni” nella sezione “Temi – Attività” o clicca sul tasto qui sotto.
I mercati delle principali materie prime e dei principali semilavorati vivono da mesi un periodo di tumulti e alta volatilità, e le imprese del settore dei dispositivi medici hanno dovuto imparare a convivere con aumenti indesiderati dei costi di produzione e con difficoltà di approvvigionamento delle principali materie prime e servizi.
A tal proposito, il Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici ha osservato che nel 2021, in media, i costi per acquisto di materie prime sostenute dalle imprese del settore che hanno aumentato la propria produzione sono aumentati più del doppio dei ricavi, andando a determinare una minaccia concreta alla loro operatività.
Per arrivare a questo dato abbiamo costruito un campione rappresentativo di aziende, confrontando i dati del bilancio 2021 relativi al totale dei ricavi e ai costi per acquisto di materie prime e servizi. In particolare, il 50% circa delle aziende del settore ha dovuto affrontare nel 2021 un aumento dei costi per acquisto di materie prime superiore al 30%.
I risultati dell’analisi evidenziano che le nostre aziende hanno operato nel corso degli ultimi anni in un contesto a forte rischio sistemico, che ha visto le fondamenta dei mercati delle materie prime scuotersi dapprima in occasione della pandemia da Covid-19 e in seguito da nuovi eventi geopolitici come la guerra in Ucraina. Ad oggi, il rientro verso costi di produzione sostenibili appare ancora distante e, pertanto, le aziende del settore dovranno affrontare questa emergenza ancora a lungo, fino a vedere minacciata la propria sopravvivenza.
Gli eventi collegati alla crisi geopolitica tra la Russia e l’Ucraina, hanno esacerbato ulteriormente l’incertezza che le imprese del settore dei dispositivi medici sono chiamate ad affrontare. Per questo motivo, il Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici ha elaborato un approfondimento sugli effetti del conflitto tra Ucraina e Russia sull’operatività delle aziende del settore.
In una nostra indagine dedicata al tema, il 66% delle aziende intervistate ha dichiarato che, dall’inizio della guerra, si sono manifestate ulteriori problematiche per la loro operatività in termini di aumento di costi di produzione e difficoltà di approvvigionamento di materie prime e servizi. Il 15% delle aziende che hanno risposto all’indagine, inoltre, ha dichiarato di aver avuto ricadute dirette in quanto operanti nei paesi coinvolti nel conflitto, per la presenza di stabilimenti produttivi e siti commerciali.
Russia e Ucraina rappresentano infatti una porzione rilevante della domanda di dispositivi medici a livello internazionale: nel 2021 la Russia ha importato dispositivi medici per un valore pari a 4,4 miliardi di euro, mentre l’Ucraina ha visto costantemente intensificarsi la propria domanda di dispositivi medici dal 2017 fino a superare il miliardo di euro nel corso del 2021. I dispositivi medici maggiormente richiesti da Russia e Ucraina sono riconducibili ai comparti della diagnostica in vitro, del biomedicale e dell’elettromedicale.
La guerra in Ucraina rappresenta dunque una minaccia concreta per le aziende del nostro settore a causa della possibile perdita di un mercato di esportazione, della fragilità della catena di produzione che coinvolge materie prime esportate da Russia e Ucraina e ultima, ma non per importanza, la potenzialità più che concreta che la guerra si protragga nel tempo al punto che il contesto macroeconomico globale deragli verso un paradigma più fragile e geo-politicamente frammentato.
Nel settore dei dispositivi medici e diagnostici in vitro, una posizione apicale su quattro è occupata da donne.
La tendenza è quella di un ricambio generazionale in cui le donne si stanno ritagliando sempre più lo spazio che meritano nelle posizioni di vertice delle aziende. Infatti, se restringiamo l’analisi alle fasce d’età più giovani, la proporzione fra uomini e donne nelle posizioni apicali risulta la più equa, sintomo che le donne figurano sempre di più fra i nuovi entranti.
Tuttavia, con l’aumentare dell’età si torna a uno scenario meno equo, in parte perché il processo di turnover appare appena iniziato ma anche per la difficile conciliazione fra famiglia e lavoro che spesso incombe sulle donne lavoratrici (così come la mancanza di strumenti per gestirla).
Il settore dei dispositivi medici appare fra i più virtuosi nella gestione delle pari opportunità, e si sta avvicinando allo sfondamento del tetto di cristallo. Sappiamo che la strada è ancora lunga, ma la rotta appare già tracciata.